venerdì 23 marzo 2012

Buon Compleanno

Ritorno a scrivere e tutto sembra diverso. Il tempo passa veloce e lento insieme. Mentre ascolto l'ultimo fantastico album del Boss. Mi chiedo spesso quanto arrivi lontano la mia ipocrisia. Ho scoperto ancora una volta gli istinti e messo apposto nelle tasche della giacca, ho srotolato le carte stropicciate con i pezzi di cuore e gli angoli smussati, mentre le gambe tirano sempre più giù e il re leone non fa che chiedermi la cortesia di lasciarlo andare. Mentre la luce non si vede e il giorno vive nel cuore della notte. Mentre è tutto quello che riesco ancora a dirmi e a citare la luce. Scrivere ad occhi chiusi e sentire il rumore dei tasti come se fossero gli anni venti. Gli odori nell’aria e la voglia di un abbraccio da qualsiasi persona che non sia tu. Che non sia io. Buon Compleanno Mike, sono quarantatré e sono tanti.

domenica 1 gennaio 2012

La Storia Siamo Noi

Credo che conoscere un po' di storia sia indispensabile per capire il presente. Forse molte persone del Nord ignorano l'origine della "Questione Meridionale", perciò oggi diamo un'occhiata alla recente storia italiana (quella che riguarda l'Unità d'Italia e le ripercussioni sulle regioni meridionali). Diceva Antonio Gramsci: "Lo Stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentavano di infamare col marchio di briganti". L'Unità d'Italia è costata (soprattutto per mano di Cialdini, luogotenete del re Vittorio Emanuele II a Napoli) molto al meridione. Ben 9.000 fucilati, 10.000 feriti, 6.000 prigionieri, 64 sacerdoti, 22 frati, 60 ragazzi e 50 donne uccisi solo in un anno, dal 1860 al 1861. Una vera e propria "guerra civile". Se teniamo presente che il "fenomeno" del brigantaggio meridionale è durato circa dieci anni (1860-70), che queste stime si riferiscono ad una anno solo di "lotta al brigantaggio" e che furono comunicate dal governo vincitore (quindi sono delle sottostime) possiamo solo immaginare lontanamente cosa sia avvenuto realmente. Il brigantaggio esisteva già da molto prima dell'Unità d'Italia nel meridione, ma in quel caso riguardava solo persone che erano "realmente" dei malfattori (a volte indipendenti, altre volte assoldati dai ricchi latifondisti meridionali per tenere soggiogate le masse contadine). Invece, poco dopo lo sbarco dei Mille in Sicilia e la conquista del Regno delle due Sicilie da parte del Regno Sabaudo, nacque un altro tipo di brigantaggio. Questo nuovo brigantaggio fu in parte utilizzato dai Borbone per creare un tipo di guerriglia alternativa contro l'invasore del nord, ma da un'altra parte fu costituito da masse (a volte interi villaggi e paesi) di contadini e artigiani che si sentivano oppressi dalle nuove leggi imposte dai nuovi arrivati. Infatti, oltre a pagare le stesse tasse dei lavoratori del nord, quelli del sud si videro aggiungere anche una onerosa tassa sul grano e l'imposizione della "leva obbligatoria", inesistente durante il Regno dei Borboni. Oltre a questo le popolazioni del sud notarono una reale minaccia alle loro usanze e alle loro tradizioni, che pian piano venivano sostituite dal modo di vedere degli occupanti del nord. E si sa bene cosa pensaserro i sabaudi del sud: "Questa è Africa! Altro che Italia! I beduini, a riscontro di questi cafoni, sono latte e miele". Questa frase non è di Bossi, ma del già citato Enrico Cialdini. Quindi, studiando un po' di storia passata, veniamo a sapere che l'Unità d'Italia non è stata voluta unanimamente, ma imposta da una sola parte. E con la forza, anche. Forse le parole che seguiranno daranno un'idea di come la vedeva (questa storia dell'Unità d'Italia) la controparte meridionale. Quelle che seguono sono parole di Carmine Crocco, il capo brigante di Rionero in Vulture (Basilicata). ma sò che questo malcontento era (ed è tutt'ora) piuttosto diffuso al sud: "...E intorno a noi timore e la complicità di un popolo. Quel popolo che disprezzato da "regi funzionari" ed "infidi piemontesi" sentiva forte sulla pelle che a noi era negato ogni diritto, anche la dignità di uomini...calpestati, come l'erba degli zoccoli dei cavalli, calpestati ci vendicammo. Molti si illusero di poterci usare con le loro rivoluzioni. Le loro rivoluzioni. Ma Libertà non è cambiare padrone. Libertà non è parola vana ed astratta. Libertà è dire senza timore E' mio, e sentire forte il possesso di qualcosa, a cominciare dall'anima. E' vivere di ciò che si ama. Vento forte ed impetuoso, in ogni generazione rinasce. Così è stato e così sempre sarà". Il nuovo Regno d'Italia fu, in effetti, un Regno del Nord (e gli effetti li viviamo ancora oggi). La politica protezionista a favore dell'industrializzazione del nord mise definitivamente in ginocchio il sud. Quando la "repressione" del brigantaggio (che invece potremmo definire più correttamente "Resistenza") fu terminata (nel 1870 circa) iniziò una spaventosa emigrazione al nord e all'estero: il sud era stato piegato e privato della sua "anima". La gente del sud cambiò padrone: dai ricchi latifondisti passò al servizio dei ricchi industriali. Il resto è storia.

martedì 6 dicembre 2011

Sopravvissuti & Sopravviventi - Ligabue

La prima volta che ascoltai il singolo di quest'album fantastico, ero a Roma in giro con un fuoristrada e con un amico che non c'e' piu' da troppo tanto tempo... Rimasi pietrificato dalla potenza e dalle chitarre di "Ancora in Piedi"...Appena uscito, naturalmente corsi a comprare il cd. Uscii dal negozio, orgoglioso col mio cd come non mai. Credo che Sopravvissuti & Sopravviventi fosse pienamente un album rock. Riascoltandolo un migliaio di volte dopo, anni dopo, beh! Credo che siano poche le cose che esistono, che vivono per davvero. Mi riferisco a quelle che stanno dentro di noi. Che ci permettono di stare in piedi anche quando tutto intorno sembra ci stia crollando addosso. Non sarà sicuramente il suo miglior disco, di quelli che ti spaccano lo stomaco, che impari a memoria dopo due giorni, di quelli che ti perdi ascoltando le ballate o che ti imbottiscono di adrenalina fino a farti esplodere. “Sopravvissuti" ti fa semplicemente stare in piedi. Il che non è poco. Certo, non c’è una "Certe Notti" una "Il Giorno di Dolore che uno ha" o una "Ho perso le parole" a tatuare in modo indelebile la vita di molti di noi. C'e' solo una canzone che conosco perfettamente a memoria: "Ho Messo Via" pur avendo ascoltato l'album un casino di volte. C’è comunque in quell'album qualcosa di più, il suono, la carica di Luciano, mai piu' così incazzato. Il disco appare reale, crudo, vivo. Un’immagine nitida strappata alla vita. Alla realtà. È un po’ come quando stai male e riesci a dire che tutto sta andando di merda o che la storia che stai vivendo è una storia che si sta addormentando piano o le cose che “annusi” in giro ti appaiono parecchio strane. Parole che pensi e vivi e senti. Capire che cazzo si sta facendo e avere la capacità di prendersi anche un poco in giro. Di accettarsi. Permettersi di viversi così come si è, di fronte alla vita che ti fotte piano. Riuscire a stare in piedi comunque. Magari in bilico.

sabato 5 novembre 2011

bukowski e le foto di t.

Ogni volta che guardo una tua foto, mi viene l'urgenza di correre qui a scrivere qualcosa. Anche se non ti ho mai conosciuto davvero credo tu conosca me meglio di chiunque. Sei solare nelle tue ultime foto, quasi avessi ripreso a volare, o forse non hai mai smesso di volare. Io invece mi perdo in quello che è il mio scrittore preferito da sempre. Succede in un preciso momento della mia vita. Che poi ogni volta è diverso, mica è lo stesso libro quello che ti sei mangiato per decine di volte. I libri cambiano con la vita, l’umore, il dolore che ti strazia dentro. I libri cambiano, l’avresti mai detto piccola? E dato che i libri cambiano, gli stessi libri intendo, con le stesse identiche parole, frasi, virgole e punti e tutto, figurati se non riescono a cambiare un poco anche te. Chi altro se non la strada, le parole, gli icontri, le menate, gli amori, le scopate, i figli, le bevute, le scoperte, i tramonti, la polvere, la musica, i volti, i pugni, le estati e gli inverni, le allucinazioni, le paure, le schifezze, le mancanze, le solitudini, le perversioni, i tetti delle case, le insegne degli autogrill, le lattine di birra vuote, le sigarette finite o quelle fumate a metà, le luci della strada, i libri. I libri dicevo. Hanno quella capacità disarmante di farti comprendere ciò che il tuo corpo non è in grado. Bukowski l’ho sempre letto in questi momenti di smarrimento che sopraggiungono a periodi talmente fissi da poterli quasi anticipare. Lo leggo per provare a capirmi. E se non mi capisco del tutto al massimo mi son riletto Bukowski e guardato all'infinito le tue foto. (Capira
i che sto parlando di te?)

mercoledì 19 ottobre 2011

delirio

Rimarrà nella storia di questo Paese l'irragionevole euforia di Berlusconi dopo il voto di fiducia alla Camera. Lo scampato pericolo di essere mandato a casa (per lui le conseguenze sarebbero devastanti) gli hanno fatto perdere il senso della realtà. Come Hitler nel bunker ormai circondato mandava all'attacco divisioni fantasma contro i russi, il nostro ha deciso che manderà a casa di tutti gli italiani un opuscolo in cui verranno elencati tutti i successi del suo governo, così efficiente da ritenersi il migliore della storia repubblicana. Nel suo deliro il nostro sostiene che nessun governo europeo, in un momento di crisi globale, abbia fatto tanto e con risultati così brillanti come il suo. Mario Monti a proposito su un editoriale scrive: "Mi pare importante che il premier, al quale fanno velo un'ovattata percezione della realtà e una cerchia di fedelissimi che toccano livelli inauditi di servilismo, si renda conto personalmente di alcune sgradevoli realtà". E conclude con un appello a lui rivolto: "Risparmiare all'Italia, se non il ludibrio, almeno il biasimo per aver causato un disastro". Ecco, io quasi mai sono d'accordo con Mario Monti, personalità distante anni luce dalla mia visione politica e sociale, ma in questo caso, concordo pienamente, come la stragrande maggioranza degli italiani e come tutte le persone sane di mente.

martedì 18 ottobre 2011

luoghi senza finestre

Guardo la gente in questi luoghi senza finestre, cubi di calcestruzzo e ferro e plastica e finto vetro e finto legno e insegne al neon e chiari di luce freddi come l’aria condizionata che continua a pompare in questo lungo ottobre dl caldo, che alla tivù hanno detto che è un ottobre d’emergenza da bollino rosso e dove meglio di un cubo gigantesco in cemento armato e ferro e viti e pannelli e legno per rifugiarsi e non pensare. Finti attori e veline pompate vogliose e grandi fratelli, ed io me li ritrovo sempre mentre corro da una parte all’altra dell'emilia, come in un reality
, in un bar immaginario a fare spritz all’aperol, che loro hanno imparato bene dalla tivù a bere lo spritz all’aperol, magari qualche coglione alternativo ordina lo spritz al campari che lui è più duro, o qualche femmina vuole i cocktail alla frutta fresca di giornata magari biologica ma già meno e prosecchi millesimati tanti da paura e tramezzini, stuzzichini, patatine amicka chips e salatini ed io li guardo camminare alienati, persone che hanno perso la personalità per potersi considerare persone, uomini e donne che si sono fottuti l’identità fisica e morale ed io vado avanti e indietro tra la via emilia e il grande nulla. Lavoro tra gas di scarico e accelerate, macchine e moto, traffico, un gran bel traffico e queste persone fottute dentro che si sono bevute il cervello a forza di canale 5 e italia uno e retequattro e vanna marchi e radiobruno e il tiggì delle venti sull’ammiraglia rai e il resto del carlino e il giornale di silvio e il giornale del piddì e i giornalini porno che ormai non ci sono più e Lady Gaga e l’iPhone e L’iPad e la televisione al plasma e sua nonna e sua mamma e gli extracomunitari e le bestemmie per parcheggiare e le bestemmie per ritrovare la moglie in giro a guardar vetrine e le bestemmie per ritrovare il marito nascosto nei 15 locali a bere di nascosto dalla moglie che si è comprata un vestito estivo per la prossima estate di nascosto e tutto questo in un centro di cemento armato chiamato ipermercato aperto pure la domenica e il bidone del vetro che si riempie che quasi esplode ed io ne sono felice. Perché un pensiero mi assale spesso in queste giornate calde, ma è un pensiero ambiguo che poi non ritrovo scritto in alcun muro di alcuna città che ho visto o che ho visitato, e il concetto, dicevo è che solo bevendo questi poveri cristi dalla disumana umanità riescano a riprendersi in mano la loro vita sola e ignorante e grama e sgemba e maldestra e dannatamente triste e intrisa di malessere schifoso e insano. Qualcosa che li faccia ritrovare, quando è sera, la lucidità fisica e mentale – che l’alcol di per se non ti regala, anzi – per dire “basta, si fottano tutti“. (come promesso, sono tornato!)

venerdì 14 ottobre 2011

è questa la vita che sognavo da bambino

Tra una cosa ed un’altra… tra un “questa sera lo faccio“ e poi trovarmi senza forze davanti alla tastiera bianca e un secondo dopo addormentato con gli occhiali ancora inforcati… Tra un impegno ed un altro… Tra un film, il divano e il lavoro fino a tardi… Tra uno sbirciare i miei blog amici e rendermi conto di avere ancora tanta voglia di scrivere… beh ridendo e scherzando sono passati tre mesi dall’ultimo post...

Certe volte tutti gli aspetti della mia vita sembrano inconciliabili, e lo diventano così tanto che sembrano prendere le sembianze di qualcosa di così ingombrante da non riuscire a stare nello spazio angusto del ritaglio della mia vita personale… Nella corsa sempre più frenetica di far conciliare la mia famiglia, i miei interessi, i miei amici (vecchi e nuovi) e un grande rischio: perdermi…

E adesso alla fine di questa corsa – a un passo da non so cosa – mi tasto nelle tasche e infilandoci la mano m’accorgo di avere perso più di un semplice qualcosa: ho perso il tempo per me stesso e per questo mio spazio…

Ogni cosa lungo questa corsa ha assorbito le mie forze e la mia capacità di reazione mista a ribellione. Adesso come non mai, gestire i rapporti è ogni giorno più difficile, forse sognavo una vita diversa o forse è proprio questa la vita che sognavo da bambino, coltivo le mie piccole manie e ne vorrei di nuove, per me e per me soltanto…ma il tempo vola e ancora non ho visto il mondo tutto, ma c'è un ricordo recente che mi riempe gli occhi di lacrime, per come sono stato bene, per come sono ritornato a sognare. Le due settimane a Bolzano nelle quale ci sono i miei nuovi amici, ai momenti indimenticabili e irripetibili... PaoloMarioAntonello e tutti gli altri. Al volto velato di malinconia nel momento del saluto... E' nata lì la voglia di tornare a scrivere.
Sono tornato e questa volta non vado più via...

venerdì 1 luglio 2011

Il Conto

Preoccupazione e rabbia nelle proposte di questa maggioranza codarda

per la manovra da 40 miliardi. Questo Paese sta crollando sotto il peso dell'evasione fiscale, della corruzione dilagante, dei costi della politica per il numero enorme, spropositato di politici e para-politici, dei 25 mila consigli di amministrazione. Non mi risulta che su questi punti del dissesto vi siano proposte concrete, incisive, dure. Siamo di nuovo ai ticket sanitari. Ma ai cittadini la salute costa già moltissimo, i ticket sono alti, i medicinali sono quasi tutti a pagamento, le cure odontoiatriche sono drammatiche senza considerare il ricorso ad alcune strutture private dai tempi d'attesa estremamente lunghi. Sarebbe più logico il controllo del numero altissimo dei cittadini che si dichiarano esenti (se l'autocertificazione dovesse essere vidimata dall'Ufficio delle Entrate sono sicuro che crollerebbero). Perchè si parla di un aumento dell'Iva generalizzato e non sui beni di lusso? Auto sopra i 40 mila euro, gioielli sopra i 5 mila, bottiglie sopra i cento? Credo anche che a fronte di un'abitazione di valore superiore agli 800 mila euro si possa chiedere una tassa. E l'Ici sugli sterminati beni della Chiesa?

domenica 26 giugno 2011

L'Indignazione

Siamo arrivati alla P4 e si scopre che la grande cupola del (male)affare esiste ancora, che Palazzo Chigi è il crocevia di un modo di fare politica a spese (e di nascosto) dei cittadini. Invece di vergognarsene, c'è chi afferma che non c'è nulla di male o di penalmente rilevabile in ciò che viene scoperto grazie alle indagini della magistratura. A parte il fatto che sarà compito della magistratura rilevare ciò che è penale da ciò che è solo moralmente discutibile, questi eletti del popolo, non riescono a capire che gli italiani non sono un gregge di pecore da

transumare a seconda della convenienza elettorale. Sapere che c'è una lobby che pensa di decidere chi mandare al posto di chi, come gestire i propri interessi e le cariche, offende l'intera Nazione. Qualcuno ha tuonato che si è lesa la dignità delle persone intercettate. Ma di quale dignità parla? Quella dell'art. 54 della Costituzione che recita al secondo comma:"I cittadini cui sono affidati funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge"? I veri indignati siamo noi cittadini ai quali, per fortuna, non manca la forza di reagire come molti hanno dimostrato poche settimane fa. Fino a quanto questa ciurma di nominati abuserà della nostra pazienza? Un pregiudicato frequenta abitualmente Palazzo Chigi. Uomini politici, ministri, gli si rivolgono con riverenza. Dov'è il reato? Ma lo schifo lo vogliamo considerare o no? Trame, consorteria, clientelismo, corruzione, segnano il volto di questo Paese. Lo sfondo culturale è lo stesso delle relazioni di mafia, dare-avere, obblighi, vincoli, ricatti, mai il diritto, mai la meritocrazia...e questi non si indignano e questi vogliono ancora che tutto rimanga cosa loro...

sabato 11 giugno 2011

The Tree of Life

Preceduto dalla nomea di essere un capolavoro e di essere uno dei migliori film dell'anno, il film di Malick delude pienamente. Certamente vi è un tocco di regia pieno di personalità, ricco di tecnica cinematografica pura, ma è un film che colpisce solo per la bellezza di numerose scene: il volo degli uccelli intorno ai grattacieli, le onde marine, i canyon americani. La direzione della fotografia di The Tree of Life ci fa capire di cosa è capace il cinema nel 2011, Malick usa delle immagini spettacolari dell'universo per nascondere il fatto che non c'è storia. Le disavventure della famiglia texana non bastano a salvare questo film dal documentario. Questa pellicola non sembra neanche sapere dove lei stessa vuole arrivare, e per un film che dovrebbe parlare solo attraverso le immagini, sono presenti troppi voice over che invece di guidarci ci espongono l'ovvio. Una vera e propria delusione, poteva essere un capolavoro, e invece non è altro che un national geographic di altissimo livello affondato da un racconto di poco spessore. Non c'è dubbio, a rovinare il film non è s

tata la regia, la fotografia o la recitazione, ma una sceneggiatura poco convincente e soprattutto la fede cristiana del regista.