martedì 6 dicembre 2011

Sopravvissuti & Sopravviventi - Ligabue

La prima volta che ascoltai il singolo di quest'album fantastico, ero a Roma in giro con un fuoristrada e con un amico che non c'e' piu' da troppo tanto tempo... Rimasi pietrificato dalla potenza e dalle chitarre di "Ancora in Piedi"...Appena uscito, naturalmente corsi a comprare il cd. Uscii dal negozio, orgoglioso col mio cd come non mai. Credo che Sopravvissuti & Sopravviventi fosse pienamente un album rock. Riascoltandolo un migliaio di volte dopo, anni dopo, beh! Credo che siano poche le cose che esistono, che vivono per davvero. Mi riferisco a quelle che stanno dentro di noi. Che ci permettono di stare in piedi anche quando tutto intorno sembra ci stia crollando addosso. Non sarà sicuramente il suo miglior disco, di quelli che ti spaccano lo stomaco, che impari a memoria dopo due giorni, di quelli che ti perdi ascoltando le ballate o che ti imbottiscono di adrenalina fino a farti esplodere. “Sopravvissuti" ti fa semplicemente stare in piedi. Il che non è poco. Certo, non c’è una "Certe Notti" una "Il Giorno di Dolore che uno ha" o una "Ho perso le parole" a tatuare in modo indelebile la vita di molti di noi. C'e' solo una canzone che conosco perfettamente a memoria: "Ho Messo Via" pur avendo ascoltato l'album un casino di volte. C’è comunque in quell'album qualcosa di più, il suono, la carica di Luciano, mai piu' così incazzato. Il disco appare reale, crudo, vivo. Un’immagine nitida strappata alla vita. Alla realtà. È un po’ come quando stai male e riesci a dire che tutto sta andando di merda o che la storia che stai vivendo è una storia che si sta addormentando piano o le cose che “annusi” in giro ti appaiono parecchio strane. Parole che pensi e vivi e senti. Capire che cazzo si sta facendo e avere la capacità di prendersi anche un poco in giro. Di accettarsi. Permettersi di viversi così come si è, di fronte alla vita che ti fotte piano. Riuscire a stare in piedi comunque. Magari in bilico.

sabato 5 novembre 2011

bukowski e le foto di t.

Ogni volta che guardo una tua foto, mi viene l'urgenza di correre qui a scrivere qualcosa. Anche se non ti ho mai conosciuto davvero credo tu conosca me meglio di chiunque. Sei solare nelle tue ultime foto, quasi avessi ripreso a volare, o forse non hai mai smesso di volare. Io invece mi perdo in quello che è il mio scrittore preferito da sempre. Succede in un preciso momento della mia vita. Che poi ogni volta è diverso, mica è lo stesso libro quello che ti sei mangiato per decine di volte. I libri cambiano con la vita, l’umore, il dolore che ti strazia dentro. I libri cambiano, l’avresti mai detto piccola? E dato che i libri cambiano, gli stessi libri intendo, con le stesse identiche parole, frasi, virgole e punti e tutto, figurati se non riescono a cambiare un poco anche te. Chi altro se non la strada, le parole, gli icontri, le menate, gli amori, le scopate, i figli, le bevute, le scoperte, i tramonti, la polvere, la musica, i volti, i pugni, le estati e gli inverni, le allucinazioni, le paure, le schifezze, le mancanze, le solitudini, le perversioni, i tetti delle case, le insegne degli autogrill, le lattine di birra vuote, le sigarette finite o quelle fumate a metà, le luci della strada, i libri. I libri dicevo. Hanno quella capacità disarmante di farti comprendere ciò che il tuo corpo non è in grado. Bukowski l’ho sempre letto in questi momenti di smarrimento che sopraggiungono a periodi talmente fissi da poterli quasi anticipare. Lo leggo per provare a capirmi. E se non mi capisco del tutto al massimo mi son riletto Bukowski e guardato all'infinito le tue foto. (Capira
i che sto parlando di te?)

mercoledì 19 ottobre 2011

delirio

Rimarrà nella storia di questo Paese l'irragionevole euforia di Berlusconi dopo il voto di fiducia alla Camera. Lo scampato pericolo di essere mandato a casa (per lui le conseguenze sarebbero devastanti) gli hanno fatto perdere il senso della realtà. Come Hitler nel bunker ormai circondato mandava all'attacco divisioni fantasma contro i russi, il nostro ha deciso che manderà a casa di tutti gli italiani un opuscolo in cui verranno elencati tutti i successi del suo governo, così efficiente da ritenersi il migliore della storia repubblicana. Nel suo deliro il nostro sostiene che nessun governo europeo, in un momento di crisi globale, abbia fatto tanto e con risultati così brillanti come il suo. Mario Monti a proposito su un editoriale scrive: "Mi pare importante che il premier, al quale fanno velo un'ovattata percezione della realtà e una cerchia di fedelissimi che toccano livelli inauditi di servilismo, si renda conto personalmente di alcune sgradevoli realtà". E conclude con un appello a lui rivolto: "Risparmiare all'Italia, se non il ludibrio, almeno il biasimo per aver causato un disastro". Ecco, io quasi mai sono d'accordo con Mario Monti, personalità distante anni luce dalla mia visione politica e sociale, ma in questo caso, concordo pienamente, come la stragrande maggioranza degli italiani e come tutte le persone sane di mente.

martedì 18 ottobre 2011

luoghi senza finestre

Guardo la gente in questi luoghi senza finestre, cubi di calcestruzzo e ferro e plastica e finto vetro e finto legno e insegne al neon e chiari di luce freddi come l’aria condizionata che continua a pompare in questo lungo ottobre dl caldo, che alla tivù hanno detto che è un ottobre d’emergenza da bollino rosso e dove meglio di un cubo gigantesco in cemento armato e ferro e viti e pannelli e legno per rifugiarsi e non pensare. Finti attori e veline pompate vogliose e grandi fratelli, ed io me li ritrovo sempre mentre corro da una parte all’altra dell'emilia, come in un reality
, in un bar immaginario a fare spritz all’aperol, che loro hanno imparato bene dalla tivù a bere lo spritz all’aperol, magari qualche coglione alternativo ordina lo spritz al campari che lui è più duro, o qualche femmina vuole i cocktail alla frutta fresca di giornata magari biologica ma già meno e prosecchi millesimati tanti da paura e tramezzini, stuzzichini, patatine amicka chips e salatini ed io li guardo camminare alienati, persone che hanno perso la personalità per potersi considerare persone, uomini e donne che si sono fottuti l’identità fisica e morale ed io vado avanti e indietro tra la via emilia e il grande nulla. Lavoro tra gas di scarico e accelerate, macchine e moto, traffico, un gran bel traffico e queste persone fottute dentro che si sono bevute il cervello a forza di canale 5 e italia uno e retequattro e vanna marchi e radiobruno e il tiggì delle venti sull’ammiraglia rai e il resto del carlino e il giornale di silvio e il giornale del piddì e i giornalini porno che ormai non ci sono più e Lady Gaga e l’iPhone e L’iPad e la televisione al plasma e sua nonna e sua mamma e gli extracomunitari e le bestemmie per parcheggiare e le bestemmie per ritrovare la moglie in giro a guardar vetrine e le bestemmie per ritrovare il marito nascosto nei 15 locali a bere di nascosto dalla moglie che si è comprata un vestito estivo per la prossima estate di nascosto e tutto questo in un centro di cemento armato chiamato ipermercato aperto pure la domenica e il bidone del vetro che si riempie che quasi esplode ed io ne sono felice. Perché un pensiero mi assale spesso in queste giornate calde, ma è un pensiero ambiguo che poi non ritrovo scritto in alcun muro di alcuna città che ho visto o che ho visitato, e il concetto, dicevo è che solo bevendo questi poveri cristi dalla disumana umanità riescano a riprendersi in mano la loro vita sola e ignorante e grama e sgemba e maldestra e dannatamente triste e intrisa di malessere schifoso e insano. Qualcosa che li faccia ritrovare, quando è sera, la lucidità fisica e mentale – che l’alcol di per se non ti regala, anzi – per dire “basta, si fottano tutti“. (come promesso, sono tornato!)

venerdì 14 ottobre 2011

è questa la vita che sognavo da bambino

Tra una cosa ed un’altra… tra un “questa sera lo faccio“ e poi trovarmi senza forze davanti alla tastiera bianca e un secondo dopo addormentato con gli occhiali ancora inforcati… Tra un impegno ed un altro… Tra un film, il divano e il lavoro fino a tardi… Tra uno sbirciare i miei blog amici e rendermi conto di avere ancora tanta voglia di scrivere… beh ridendo e scherzando sono passati tre mesi dall’ultimo post...

Certe volte tutti gli aspetti della mia vita sembrano inconciliabili, e lo diventano così tanto che sembrano prendere le sembianze di qualcosa di così ingombrante da non riuscire a stare nello spazio angusto del ritaglio della mia vita personale… Nella corsa sempre più frenetica di far conciliare la mia famiglia, i miei interessi, i miei amici (vecchi e nuovi) e un grande rischio: perdermi…

E adesso alla fine di questa corsa – a un passo da non so cosa – mi tasto nelle tasche e infilandoci la mano m’accorgo di avere perso più di un semplice qualcosa: ho perso il tempo per me stesso e per questo mio spazio…

Ogni cosa lungo questa corsa ha assorbito le mie forze e la mia capacità di reazione mista a ribellione. Adesso come non mai, gestire i rapporti è ogni giorno più difficile, forse sognavo una vita diversa o forse è proprio questa la vita che sognavo da bambino, coltivo le mie piccole manie e ne vorrei di nuove, per me e per me soltanto…ma il tempo vola e ancora non ho visto il mondo tutto, ma c'è un ricordo recente che mi riempe gli occhi di lacrime, per come sono stato bene, per come sono ritornato a sognare. Le due settimane a Bolzano nelle quale ci sono i miei nuovi amici, ai momenti indimenticabili e irripetibili... PaoloMarioAntonello e tutti gli altri. Al volto velato di malinconia nel momento del saluto... E' nata lì la voglia di tornare a scrivere.
Sono tornato e questa volta non vado più via...

venerdì 1 luglio 2011

Il Conto

Preoccupazione e rabbia nelle proposte di questa maggioranza codarda

per la manovra da 40 miliardi. Questo Paese sta crollando sotto il peso dell'evasione fiscale, della corruzione dilagante, dei costi della politica per il numero enorme, spropositato di politici e para-politici, dei 25 mila consigli di amministrazione. Non mi risulta che su questi punti del dissesto vi siano proposte concrete, incisive, dure. Siamo di nuovo ai ticket sanitari. Ma ai cittadini la salute costa già moltissimo, i ticket sono alti, i medicinali sono quasi tutti a pagamento, le cure odontoiatriche sono drammatiche senza considerare il ricorso ad alcune strutture private dai tempi d'attesa estremamente lunghi. Sarebbe più logico il controllo del numero altissimo dei cittadini che si dichiarano esenti (se l'autocertificazione dovesse essere vidimata dall'Ufficio delle Entrate sono sicuro che crollerebbero). Perchè si parla di un aumento dell'Iva generalizzato e non sui beni di lusso? Auto sopra i 40 mila euro, gioielli sopra i 5 mila, bottiglie sopra i cento? Credo anche che a fronte di un'abitazione di valore superiore agli 800 mila euro si possa chiedere una tassa. E l'Ici sugli sterminati beni della Chiesa?

domenica 26 giugno 2011

L'Indignazione

Siamo arrivati alla P4 e si scopre che la grande cupola del (male)affare esiste ancora, che Palazzo Chigi è il crocevia di un modo di fare politica a spese (e di nascosto) dei cittadini. Invece di vergognarsene, c'è chi afferma che non c'è nulla di male o di penalmente rilevabile in ciò che viene scoperto grazie alle indagini della magistratura. A parte il fatto che sarà compito della magistratura rilevare ciò che è penale da ciò che è solo moralmente discutibile, questi eletti del popolo, non riescono a capire che gli italiani non sono un gregge di pecore da

transumare a seconda della convenienza elettorale. Sapere che c'è una lobby che pensa di decidere chi mandare al posto di chi, come gestire i propri interessi e le cariche, offende l'intera Nazione. Qualcuno ha tuonato che si è lesa la dignità delle persone intercettate. Ma di quale dignità parla? Quella dell'art. 54 della Costituzione che recita al secondo comma:"I cittadini cui sono affidati funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge"? I veri indignati siamo noi cittadini ai quali, per fortuna, non manca la forza di reagire come molti hanno dimostrato poche settimane fa. Fino a quanto questa ciurma di nominati abuserà della nostra pazienza? Un pregiudicato frequenta abitualmente Palazzo Chigi. Uomini politici, ministri, gli si rivolgono con riverenza. Dov'è il reato? Ma lo schifo lo vogliamo considerare o no? Trame, consorteria, clientelismo, corruzione, segnano il volto di questo Paese. Lo sfondo culturale è lo stesso delle relazioni di mafia, dare-avere, obblighi, vincoli, ricatti, mai il diritto, mai la meritocrazia...e questi non si indignano e questi vogliono ancora che tutto rimanga cosa loro...

sabato 11 giugno 2011

The Tree of Life

Preceduto dalla nomea di essere un capolavoro e di essere uno dei migliori film dell'anno, il film di Malick delude pienamente. Certamente vi è un tocco di regia pieno di personalità, ricco di tecnica cinematografica pura, ma è un film che colpisce solo per la bellezza di numerose scene: il volo degli uccelli intorno ai grattacieli, le onde marine, i canyon americani. La direzione della fotografia di The Tree of Life ci fa capire di cosa è capace il cinema nel 2011, Malick usa delle immagini spettacolari dell'universo per nascondere il fatto che non c'è storia. Le disavventure della famiglia texana non bastano a salvare questo film dal documentario. Questa pellicola non sembra neanche sapere dove lei stessa vuole arrivare, e per un film che dovrebbe parlare solo attraverso le immagini, sono presenti troppi voice over che invece di guidarci ci espongono l'ovvio. Una vera e propria delusione, poteva essere un capolavoro, e invece non è altro che un national geographic di altissimo livello affondato da un racconto di poco spessore. Non c'è dubbio, a rovinare il film non è s

tata la regia, la fotografia o la recitazione, ma una sceneggiatura poco convincente e soprattutto la fede cristiana del regista.

martedì 7 giugno 2011

Quelli Che Non Hanno Un Santo In Paradiso

Sono figli di gente umile, operai, contadini, bidelli.La generazione di quelli che non hanno santi in paradiso.

Figli di uomini e donne che hanno fatto enormi sacrifici per farli studiare. Quasi sempre una laurea ottenuta con il massimo dei voti. Tuttavia sono precari. Vale più o meno lo stesso per tutti quelli sotto i quarant'anni. Non possono permettersi una casa di proprietà: a malapena si arrangiano, per loro la vacanza significa lo spazio tra un lavoro e l'altro. Non pensano nemmeno ad avere figli: che cosa potrebbero dargli? Non un tetto, non la possibilità di studiare, non la garanzia che quando saranno anziani avranno almeno un minimo di pensione per essere un pò autonomi. Leggo che ora il governo si appresta a chiedere sacrifici, che ovviamente cadranno sulle spalle dei lavoratori dipendenti, non certo su chi da anni ha trasferito i propri risparmi su qualche isola tropicale. Ma sopratutto cadranno sulle loro spalle. Le spalle di chi è senza futuro. Sono proprio demoralizzato: mi chiedo quali altri sacrifici possa fare io e sopratutto loro per la nostra nazione, e se non sia meglio che cerchino altrove la possibilità, non di fare fortuna, ma semplicemente di costruirsi una vita "normale".

sabato 14 maggio 2011

NoNukes

Nel 1986 ci fu il disastro di Cernobyl che mise fine in Italia alla discussione sul nucleare. Credevamo che fosse qualcosa di vecchio che non si poteva più riproporre. La storia rivenne fuori quando l'illustre cavaliere e la sua ciurma in combutta con loschi personaggi volevano fare affari sulle scorie, seppellendole nel sud più bello, tanto là, avute assicurazioni dal boss della zona, nessuno si sarebbe accorto di niente. Non fu così, e la gente del sud firmò uno dei suoi capolavori più riusciti, ribellandosi e facendolo ingoiare di traverso quel decreto infame. Nel frattempo sempre gli stessi, il cavaliere e i suoi fanti ci stava riprovando. Nel 2011 il disastro di Fukushima è stato elevato a livello di pericolosità di Cernobyl. L'attuale governo, prima ha fatto un programma/piano energetico basato sul nucleare, poi a seguito degli ultimi eventi in Giappone, ha deciso di congelare provvisoriamente detto piano. Noi non siamo condizionati dall'emotività degli eventi, ma dai dati oggettivi che dimostrano che la magnitudo zero non esiste. L'Italia e il mondo intero non sono pronti per il nucleare visto che il Giappone è il paese tecnologicamente più avanzato nelle costruzioni antisismiche. In Italia non siamo in grado di smaltire i rifiuti solidi urbani, figuriamoci le scorie radioattive. Abbiamo il diritto di votare sul nucleare. Se ancora la democrazia ha un senso in questo paese, nessuno ci può scippare quel voto.

lunedì 9 maggio 2011

UnderBlueItalianSky

Sono vivo, bene o male...
Sono solo provato un pò da queste giornate: amici che consideravo tali e che si sono rilevati very original fake, pile di libri da leggere, film da vedere e cd da ascoltare, un paio di colloqui da fare, di cui uno che potrebbe cambiarmi la vita, corsi che inizio e non finisco mai, cuore che palpita, sudori che vanno e vengono...
Stupidaggini compiute troppe, tentativi di chiamarla troppi, tentativi andati a buon fine 1, ma era solo un sms ed meglio che non lo facevo, tristezza altalenante, gioia quasi assente, voglia di un caldo abbraccio lungo una vita

...
Schifezze ingurgitate, (testimonianti il periodo un pò così) una kilata abbondante al giorno, prima e dopo i pasti, ma anche durante. Riordinato in modo nevrotico cd e libri come consiglia Hornby, circa una decina di volte... I capelli che non si accomodano come voglio, mail che non si autorispondono, voglia di mare indescrivibile... forse quello della Spagna...ma anche quello di Scanzano va bene...
Occhi pallati, fermo davanti a Sky la mia mente fa giri infiniti, che in tv non danno nulla di decente... voglia del letto e delle coperte entro le prossime 2 ore...
Intanto nelle orecchie mi gira l'ultimo album dei Feelies, pieno di chitarre, pieno di vita, pieno di rock'n'roll... Bentornati!!

lunedì 11 aprile 2011

Walk It Back (Una Ballata)

Ho capito che ogni cosa che apprendo la imparo perché vengo lasciato lì solo ad annaspare, ma forse tutto questo un male non è. E certe volte mi sono sentito, e mi sento, così arrabbiato. Poi subito dopo mi passa. Sono fatto così.
Ho capito che a volte scelgo – ho scelto – di non scegliere, convinto che, nonostante i miei desideri, se la vita decide di prendere una strada la prende nonostante il fatto che io voglia – avrei voluto – andare dal lato opposto. Poi subito dopo mi passa. Sono fatto così.
Ho preso coscienza che per davvero i miei sì nel lavoro sono stati come goccioline di sangue lasciate cadere in un mare dove nuotano troppi squali… e capito che la gelosia e l’invidia causano tanti, troppi problemi e che non tutti sono contenti se in parte realizzi qualcosa per cui hai speso tante energie, tanto tempo, tanto di te stesso.
Ho dato il cuore, l’anima e le mie forze pensando come sempre che darli sia un grande gesto. Ci vuole coraggio, fegato, pelo nello stomaco.
Ho caricato la mia schiena di responsabilità, il mio io di paure, il mio stomaco di testardaggine, il mio corpo di sfide, ripetendomi che prima o poi anche se non ce l’avessi fatta, qualche obiettivo l’avrei raggiunto. Comunque. Sentendomi più di niente ma molto meno di qualcosa.
Ho visto persone perdersi, trovarsi e farsi forza solo nella propria sete di riscatto, ma per riscattarsi si deve per forza camminare e calpestare chiunque? Ho provato sdegno, mi sono fatto piccolo piccolo, ho smesso di sentire, ma non di guardare, e mi sono sentito così più di niente e molto meno di qualcosa.
Sono andato avanti, credendo che se anche fossi caduto mille volte, non avrei mai dato soddisfazione a chi ha aspettato e aspetta solo il momento di debolezza per colpire. Ho pianto perché deluso, perché impaurito, perché spesso quello ci rimette sono io. H

o capito che dopotutto non ne vale la pena.

giovedì 7 aprile 2011

OgnunoPersoDentroICazziSuoi

Chi con le canne, chi con il vino o lo champagne, chi con l'amante o l'iPad. Chi con la merda del calcio di questo periodo, chi con la pay TV, chi con il lavoro o con la noia. Chi dall’ordine maniacale, chi dal bisogno di boicottare, chi dall'iPhone o dal blackberry e

chi da un “comportamento esemplare”. Chi dai TG e chi dalle “lacrime comprate”. Chi dal venerdì sacro, chi dal sabato dello sballo, chi dal giardino o dal giardiniere. Chi dall’auto potente e chi da un “io uso la bicicletta perché è fico”. Chi dai soldi, chi dalla fame, chi dall’apparire o il bisogno di arrivare. Chi dal partito (ma ci sono ancora??), chi dal sentirsi qualcuno, chi da un “dai che voglio sapere”, chi dalle chiacchiere di quartiere e chi dal proprio cazzo. Chi dalle ferie, chi dai vestitini firmati e chi da quelli stracciati. Chi dalla mamma, chi dal gioco d'azzardo, chi dalla figa o da un sedere.

Ti basta, o insiti a fare delle differenze? [indifferenze?]

venerdì 25 marzo 2011

MyHometown

I ritorni sono sempre difficili. Torni con tante domande. Molti dubbi. Lasci a casa tutti gli affetti. La mamma, il papà, i fratelli, i nipotini che crescono, gli amici che vivono la loro vita. Guardi la tua terra quasi come uno straniero. Vedi le cose come dall’alto e cerchi di capire.

Il tuo legame con quella realtà è molto forte. È dove sei nato, dove hai passato gran parte della tua vita, dove pensavi di vivere un giorno. Poi sei partito. E ti senti sconfitto, perché non sei riuscito a essere quello che volevi essere. Il lavoro, la situazione economica e la sfortuna non ti hanno permesso di realizzare i tuoi sogni. È difficile per me pensare a una persona che nasce pensando di partire. La partenza è quasi sempre una necessità o forse un obbligo. Si parte anche con il sogno di tornare.

Ogni volta che torni nel tuo paese d’origine ti chiedi che ne è stato dei tuoi amici. Si sono sposati? Hanno figli? Hanno comprato casa? La macchina?

A volte è più importante questo che la tua realtà d’emigrato. A volte ti sacrifichi solo per fare vedere alla tua famiglia che stai bene. Una sorta di riscatto personale alla vita. La voglia di nascondere i drammi della tua vita d’emigrato. Ti metti sempre dalla parte dell’eroe. Poi finisce. Il tempo passa e devi tornare. A Modena. Nella tua casa con i tuoi fantasmi.

Allora cominciano le domande, ti ritrovi con te stesso, rivedi la tua vita e ti rendi conto che molte cose sono virtuali. Che il tuo rapporto con le persone a casa è basato su fatti che hai voluto raccontare. E che anche la tua realtà emiliana è un po’ falsata.

Non si riesce mai a raccontare tutto e qualche volta, quando non si hanno risposte o non si possono dare risposte, si mente. L’e

migrato è molte volte bugiardo: con le persone della sua terra, con le persone della sua nuova terra e con se stesso.

martedì 22 marzo 2011

Rock'n'Roll

Domani che è il mio compleanno, sono più felice del solito. Vorrei parlarvi dei miei primi quarantanni e passa. O dei miei prossimi quarantanni. O della voglia di prendere una barca a vela e girare per mari e porti. O di tutti i libri che ancora non ho letto. O dei dischi che non mi stancherò mai di ascoltare. Dei film che mi emozioneranno ancora. Degli amici persi per sempre e di quelli che non ho mai avuto. Faccio analisi insomma. Di cosa sono diventato e di quello che volevo essere. (Intanto ho finito di leggere l'ultimo Michael Cunningham che mi è piaciuto molto, davvero un gran bel romanzo... eppoi sono in piena fase R.e.m., nel senso che ascolto solo il loro ultimo fantastico album...) E poi alla fine penso che... baby, la vita, come il rock'n'roll è tutta un'altra storia...

lunedì 14 marzo 2011

OneWay

Ho smesso di scrivere, ma poi ne ho sentito la mancanza, non era giusto abbandonare questo amore… Mi sono guardato allo specchio una mattina, e la sera dopo ho smesso di fumare, ho tirato fuori di nuovo la calzamaglia e le scarpette ed ho ripreso a correre, all'inizio piano, poi più forte, fino a prendere il mio ritmo di sempre … Poi ho messo in fila quel che non mi piaceva ed ho iniziato a parlare e a far valere le mie ragioni: non ho trovato una soluzione per tutto ma iniziare mi è sembrato un passo enorme… Ho ancora dei piccoli buchi di incertezza mescolata ad insicurezza, a tratti ho paura, ho qualche momento di ansia, sudore freddo e palpiti troppo veloci sul mio cuore… Non è detto che una paura non possa essere trasformata in qualcosa di positivo per se stessi... perché certe volte tutto è il contrario di tutto...

lunedì 7 marzo 2011

Lotus Flower

Oggi è di nuovo Modena. Che mi parte a palla quasi fosse da sempre inserita nel mio iPod. I Radiohead sembrano suonare e dipingere questa città di pianura. Sarà per la presenza quasi isterica di un vento antipatico. O per il tuo sguardo. Su cui appoggerò le mie mani stanche, non lontano da ciò che più mi è rimasto ancora, vivo, dentro il cuore. Modena è splendida sotto questo leggero sole di un inverno che sta chiudendo i battenti. In questa linea di confine dipinta da razze opposte e da te, piccola. Colori acidi che sfumano violentemente in quel colpo alla schiena chiamata cassa integrazione. Non è un caso, credo, che ad un certo punto mi fermo impassibile a fissare una birra da mezzo, mentre i Radiohead cantano Lotus Flower. Traccia n°5

di un capolavoro. Poi sei ancora te. Sempre. Che però vedo per poco. Troppo poco per perdere il mio sguardo nel tuo.

mercoledì 2 marzo 2011

Collapse Into Now

Ripartiamo da zero. Oppure da uno.
Da “Accelerate“, il disco del 2008.
Non ha senso guardare troppo indietro, per raccontare i R.E.M. di “Collapse Into Now“. Quella storia, la storia che inizia nel 1980 e continua con sei dischi in sei anni, dal 1983 al 1988; la storia di “Green” e “Out Of Time“, di Losing My Religion che diventa una hit mondiale così, dal nulla, di “Automatic For the People“, forse il miglior disco pop rock degli anni’90, di “Monster” e “New Adventure in Hi-Fi“; la storia di Bill Berry che smette di suonare e “Up” che viene fuori non si sa bene come, di “Reveal” e “Around the Sun“. Quella storia lì, che c’è e che pesa come un macigno, lasciamola da parte per un momento.
Ripartiamo da “Accelerate“, appunto. Dai R.E.M. arrivati probabilmente alla fine della corda dopo aver tentato di giocarsi la carta della grande pop band su scala mondiale.
Non sono mai stati gli U2, e neanche i Radiohead, anche se nell’immaginario collettivo vengono indicati come una delle tre o quattro band da stadio rimaste. Superati a destra, nel corso dell’ultimo decennio, da Coldplay, Muse e Pearl Jam.
Dovevano diventare una cosa per tutti, sono stati la cosa di tanti. Un gruppo atipico, e bastava andare a un loro concerto per accorgersene. Anche un concerto in uno stadio. Uno di quelli con il pienone. La sensazione è che gran parte di quella gente fosse lì per ascoltare un paio di canzoni e basta. Il resto erano e sono fan. Di quelli veri. Quelli che hanno vissuto i R.E.M. indipendenti, oppure hanno compiuto il percorso inverso. All’indietro.
Dopo “Around the Sun” sembravano finiti, destinati a sciogliersi oppure continuare finendo per diventare la macchietta del gruppo che fu. Quelli che vai a vedere dal vivo sperando nel greatest hits. E poco altro.
Sono ripartiti da loro stessi. Con un disco veloce. Un disco da gruppo. Da saletta. Attacca gli strumenti e parti, vai. Suona.
Non una rivoluzione, ma almeno un atto di appartenenza, quello sì. Si sono ripresi gli R.E.M. degli anni ’80 e ’90 senza fare troppi proclami. Un ritorno al passato non per compiacere il loro pubblico, ma per sopravvivere a una crisi.
Capire quello che il gruppo è ed è stato. Capire soprattutto quello che non sarebbe stato mai. Non sono una band da anni spesi in studio di registrazione a limare ogni difetto. Anche nei dischi più complessi c’era un senso di precarietà che li rendeva speciali. Diversi da tutto. Poi si sono seduti, ma l’hanno fatto comunque rischiando.
Con “Accelerate” sono tornati a non porsi domande. A divertirsi. E infatti quell’album ha goduto di riscontri di critica e pubblico forse anche eccessivi. Sono tornate le copertine delle riviste americane, ovunque si è parlato dei R.E.M. come di un gruppo ormai sciolto, ritornato in pista. E in forma.
In realtà quel disco di difetti ne aveva. E neanche pochi. Era un disco di attitudine, di suono, ma non di canzoni (non tutte, almeno). Era quello che ci voleva in quel periodo, però.
“Collapse Into Now” prende il via da lì. Sono i R.E.M. di “Accelerate”, con i suoni di “Accelerate”, che cercano di ricominciare a scrivere alla R.E.M. Non si concentrano su uno stile: sono rock, ma anche pop. Hanno le chitarre elettriche distorte, e pure le acustiche. Sono il gruppo che ha scritto “Monster”, ma pure quello che ha scritto “Out of Time”.
Sono i R.E.M. che fanno i R.E.M.
Bene, onestamente, senza sembrare la caricatura di loro stessi. E senza neanche porsi troppo il problema di quello che ci si aspetta da loro. Basta vedere il modo in cui hanno scelto di promuovere il nuovo album. Pochissime interviste, niente tour, un video non proprio facile, due singoli fatti uscire in contemporanea, un sacco di anteprime.
“Collapse Into Now” è semplicemente la fotografia del gruppo in questo preciso momento. Non è un disco col pilota automatico, è il disco che avevano voglia di fare e che dovevano fare adesso.
E pazienza se le canzoni somigliano ad altre, se si ha la sensazione di averle già sentite. Anche questo sono i R.E.M., la loro riconoscibilità è sempre stata la loro forza più grande. Quei giri di chitarra, quella voce, quei coretti. Tutto quello che serve, e che c’è.
Non aspettatevi rivoluzioni o un disco che vi cambi la vita. Quello l’hanno già fatto. E se siete ancora qui vuol dire che ci sono riusciti. Non aspettatevi neanche il disco dell’anno. Ma un album che riascolterete tanto, soprattutto se siete tra quelli che di questo gruppo hanno un bisogno quasi fisico. Ecco, quello sì.
Quello c’è. Un disco onesto, dopo trent’anni di carriera.
E non è poco... (E se, come sembra, questo sarà l'ultimo album dei R.e.m., bè forse, sarà la prima volta che piangerò per lo scioglimento di un gruppo, il mio gruppo...)

martedì 22 febbraio 2011

Up

Il tempo in tutto questo tempo mi è scivolato dalle mani. Post tronchi vegetano nell’archivio del blog. Fuori stanno arrivando i primi segni della primavera, ma il meteo preannuncia nuove temperature polari... il nuovo lavoro dei Radiohead scalza di prepotenza quello di PJ Harvey. Ieri c’era il sole, faceva notte tardi e indossavo una t-shirt. Riguardo con piacere in bluray Wall-E, Toy Story 3 e Up (Con Lore ci si accontenta solo di capolavori), eppoi leggo Eureka Street e non mi sembra quel gran romanzo che tutti dicevano, ci ho messo dieci anni a comprarlo e forse il mio istinto aveva ragione... Ho una gran voglia di un viaggio, o meglio di due viaggi: un week end a Parigi a portare Lore a Disneyland e una settimana a Sharm (rivoluzioni arabe permettendo)... Si lo so, mi sto imborghesendo di brutto...o solo sto invecchiando...Ma se vi può consolare, sono tornato!!

giovedì 17 febbraio 2011

InBilico

Perché in fondo lo siamo tutti, sempre un po’ in bilico

. In bilico tra il sole e la pioggia. Tra il vivere e il mal di vivere. Oggi non c’è il sole che mi scalda. Che mi fa stare. Oggi ci sarebbe bisogno di bere, di tamponare. Di anestetizzare il dolore e la paranoia. La depressione. E l’ansia che mi sale, che sento esplodere dentro. Gira nel mio cerchio. Confusione chimica. E voglia di partire insieme a questa pioggia, per lasciarmi andare. Sali con me sulla giostra del vento. Lasciamoci trasportare. Facciamo che sia l’aria che tira forte a decidere per noi. Del nostro respirare ognuno le mani dell’altro. Che in questo vivere e morire siamo anche capaci di ritrovarci a sorridere della vita. Alti e bassi che minano il nostro camminare già incerto. Che scavano il cervello, i ricordi. I sogni. La parte intima della storia di ognuno di noi. Le cazzate e le sconfitte. In bilico. Sempre. Comunque. I miei occhi continuano a ripercorrere strade che non so. Che quasi non vedo. Che non ho mai imparato veramente a memoria. E le persone che incontro fatico a riconoscerle. Incapace a riconoscermi in una dimensione che sento non essere la mia. Spesso. C’è la musica tirata a palla che fa da isolante alla vita, quella fuori dell’abitacolo. Una miscela che allo stesso tempo impaurisce ed esalta.Traccia 8/In The Dark Places. CD/Let England Shake. Polly Jean Harvey. In un continuo riavvolgimento del nastro...

mercoledì 12 gennaio 2011

Best of 2010 - I Libri

Nell'anno dell'avvento definitivo dei libri in digitale, l'ebook che prende il sopravvento sui libri di carta...(non io che continuo a inebriarmi dell'odore della carta) vi è, dal punto di vista strettamente letterario la crisi dei nostri romanzieri preferiti, che hanno dato alla luce opere, o troppo all'avanguardia o troppo bestseller... Ma qualcosa si muove, conferme recentissime (Elizabeth Strout), saggi che si leggono come romanzi (Jonathan Safran Foer e Dave Eggers), esordii convincenti (David Nicholls e Wells Tower) e delusioni...tante (Auster, Cunningham, Robbins, Easton Ellis, Irving, Coe, ecc.)

Questi i dieci libri che ho amato di più nell'anno passato.

1) Solar - Ian McEwan
2) Se Niente Importa - Jonathan Safran Foer
3) Un Giorno - David Nicholls
4) Resta Con Me - Elizabeth Strout
5) Chiedi Scusa! Chiedi Scusa! - Elizabeth Kelly
6) Zeitoun - Dave Eggers
7) Non Conosco Il Tuo Nome - Joshua Ferris
8) Tutto Bruciato, Tutto Devastato - Wells Tower
9) Chronic City - Jonathan Lethem
10)Richard Yates - Cold Spring Harbor

martedì 11 gennaio 2011

Best of 2010 - I Dischi

Continua il periodo deprimente della musica. Il Rock'n'roll sembra davvero morto. Mancano i fuoriclasse, manca quel gruppo, quella scena che dia un nuovo inizio alla musica che amiamo. Non possono bastare due album come quelli degli Arcade Fire o di Antony And The Johnsons... Aspettiamo il miracolo fiduciosi, aspettiamo altri Nirvana che tornino ad incendiare di nuovo la scena e dare nuova linfa, nel frattempo questi gli album dell'anno appena trascorso che hanno suonato di più nel mio iPod, iPhone, iPad...

1) Arcade Fire - The Suburbs
2) Antony And The Johnsons - Swanlights
3) Micah P. Hinson - And The Pioneer Saboteurs
4) The National - High Violet
5) Philip Selway - Familial
6) Fistul Of Mercy - As I Call You Down
7) Eels - Tomorrow Morning
8) The Coral - Butterfly House
9) Rufus Wainwright - All Days Are Night-Songs for Lulu
10)Belle And Sebastian - Write About Love

Best of 2010 - I Film

Un'annata quella appena trascorsa di buoni film, alcuni eccezionali, molti blockbuster. Il film più bello dell'anno per il sottoscritto è senza ombra di dubbio Inception, un capolavoro assoluto, seguito da Avatar, un altro film che è già nella storia. Poi tutti gli altri. Ecco la mia personale classifica e buone visioni a tutti per il 2011.


1) Inception - Cristopher Nolan
2) Avatar - James Cameron
3) The Social Network - David Fincher
4) Shutter Island - Martin Scorsese
5) L'Uomo Nell'Ombra - Roman Polanski
6) Bright Star - Jane Campion
7) The Road - John Hillcoat
8) Amabili Resti - Peter Jackson
9) Tra Le Nuvole - Jason Reitman
10)Wall Street, Il Denaro Non Dorme Mai - Oliver Stone