lunedì 11 ottobre 2010

Generazione Di Fenomeni


Lo scopo di questo post é quello di rendere giustizia a una generazione, quella di noi nati alla fine degli anni '60 (anno più, anno meno), quelli che vedono la casa acquistata allora dai nostri genitori valere oggi 20 o 30 volte tanto, e che pagheranno la propria fino ai 60 anni.

Noi non abbiamo fatto la Guerra (ma alcuni di noi adesso sono in Iraq o in Afghanistan), né abbiamo visto lo sbarco sulla luna, che abbiamo vissuto con il terrore dei bambini gli anni di piombo, che non abbiamo votato il referendum per l'aborto e la nostra memoria storica comincia con Argentina'78. La nazionale col più bel gioco di sempre.

Noi che non abbiamo vissuto direttamente il '68 e ci hanno sempre detto che non avevamo ideali. Noi che siamo stati gli ultimi giovani a votare PCI, che avevamo Berlinguer segretario e Pertini Presidente.

Babbo Natale non sempre ci portava ciò che chiedevamo, però ci sentivamo dire, e lo sentiamo ancora, che abbiamo avuto tutto, nonostante quelli venuti dopo, loro si che hanno avuto tutto davvero...

Siamo l'ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a nascondino, a collezionare figurine panini e a giocare a un-due-tre-stella, e allo stesso tempo i primi ad aver giocato coi videogiochi, ad essere passati dalla parrocchia o aver visto i cartoni animati a colori.

Ci hanno chiamato paninari. Abbiamo indossato i levi's notte e giorno con le cinture dei cowboy, e le timberland chi se lo poteva permettere, per tutti gli altri c'erano le lamberjack... la nostra prima tuta è stata blu con bande bianche e senza marca, le nostre scarpe (da ginnastica) erano le mecap.

Andavamo a scuola quando il 1 novembre era il giorno dei Santi e non Halloween, quando ancora si veniva bocciati alle medie, e la maturità era una notte prima degli esami.

Siamo stati etichettati come Generazione X e abbiamo dovuto sorbirci Twin Peaks e Beverly Hills (ti piacquero allora, vai a rivederli adesso, vedrai che delusione).

Abbiamo pianto per Radici, ci siamo innamorati di Sandokan e Marianna, abbiamo riso con Fonzie, ballato con Madonna, cantato a squarciagola le canzoni di Vasco che parlavano di noi.

Siamo la generazione che ha visto morire gli amici per droga.

Noi, i primi ad essere entrati nel mondo del lavoro come Co.Co.Co. e quelli per cui
non gli costa niente licenziarci. Ci ricordano sempre fatti accaduti prima che nascessimo, come se non avessimo vissuto nessun avvenimento storico.

Abbiamo imparato che cos'è la mafia con la morte di Falcone&Borsellino, abbiamo visto cadere il muro di Berlino, e Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nella Stanza Ovale... siamo stati le più giovani vittime di Cernobyl, abbiamo gridato NO NATO, fuori le basi dall'Italia, senza sapere molto bene cosa significasse, per poi capirlo di colpo un 11 di settembre di molti anni dopo.

Abbiamo imparato a programmare un videoregistratore prima di chiunque altro, abbiamo giocato col flipper e poi con Pac-Man e Mortal Kombat.
Odiamo Bill Gates e credevamo che Internet sarebbe stato un mondo libero.

Siamo la generazione di Bim Bum Bam, del Drive-in e del Mulino Bianco. Siamo andati al cinema a vedere i film di Celentano, Porky's e Ritorno al Futuro.

Quelli cresciuti ascoltando Springsteen e gli U2, e gli ultimi a usare dei gettoni del telefono.

Ci siamo emozionati con ET, Lo Squalo e Alla Ricerca dell'Arca Perduta.

Bevevamo Fanta e Sprite e CocaCola ai compleanni e masticavamo le Big Bubble, al supermercato le cassiere ci davano le caramelline di zucchero come resto.

Siamo la generazione di Haidi, Goldrake e Remì, dei mattoncini Lego, dei Puffi, del tenente Colombo e Kojak, di Magnum P.I., l'Incredibile Hulk, di Rocky, Rambo e Sting.

Siamo quelli che ancora si chiedono chi è più forte tra Maradona, Zico o Platini. Quelli del Campionato più bello del mondo.


L'ultima generazione a vedere il proprio padre caricare il portapacchi della macchina all'inverosimile per andare in vacanza.

L'ultima generazione che si faceva le canne come oggi si fanno di pasticche.

Guardandoci indietro è difficile credere che siamo ancora vivi: viaggiavamo in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali e senza air-bag, facevamo viaggi di 10-12 ore e non soffrivamo di sindrome da classe turista. Non avevamo porte con protezioni, armadi o flaconi di medicinali con chiusure a prova di bambino.

Andavamo in bicicletta senza casco né protezioni per le ginocchia o i gomiti. Le altalene erano di ferro con gli spigoli vivi e il gioco delle penitenze era bestiale.

Non c'erano i cellulari. Andavamo a scuola carichi di libri e quaderni,tutti infilati in una cartella che raramente aveva gli spallacci imbottiti, e tanto meno le rotelle, ma erano le prime Invicta ed erano maledettamente belle! Magiavamo dolci e bevevamo bibite, ma non eravamo obesi. Al limite qualcuno era grasso.

Ci attaccavamo alla stessa bottiglia per bere e nessuno si è mai infettato. Ci trasmettevamo solo i pidocchi a scuola, cosa che le nostre madri sistemavamo lavandoci la testa con con quel sapone che sapeva di zolfo.

Non avevamo Playstation, Nintendo 64, Sky e nemmeno 99 canali televisivi, dolby-surround, palmari, computer e Internet, però ce la spassavamo tirandoci gavettoni e rotolandoci nell'erba tirando tutto il giorno calci ad un pallone.

Bevevamo l'acqua direttamente dalle fontane pubbliche, acqua non imbottigliata, che bevono anche i cani! E le ragazze le inseguivamo fin sotto casa per toccar loro il sedere. Giocavamo con loro al gioco della bottiglia o a quello della verità, non in una chat dicendo cmq, xkè, tvb e mettendo le smiley.

Abbiamo avuto libertà, fallimenti, successi e responsabilità e abbiamo imparato a sognare da piccoli, e a crescere con tutto ciò.

La nostra generazione di fenomeni...